Ascoltare e sostenere: bastano questi due verbi per dare un senso e per dare una risposta.
Ascoltare a cuore aperto senza giudizio con comprensione.
Sostenere è accoglienza e aiuto.
E ancora, “non fare” è permettere l’espressione di sé.
La capacità di utilizzare queste qualità da parte dell’operatore offre al ricevente il contatto con una nuova coscienza di sé, l’aumento della propria autostima, la scoperta del proprio valore che porta alla possibilità di migliorare le proprie relazioni con sé e con l’altro contattando nuove risorse di vita.
Con queste qualità il ricevente può assumere un ruolo attivo, sentirsi valorizzato e diventare il protagonista della sua guarigione sia essa fisica o psichica o spirituale, cioè il “medico di se stesso”: salutogenesi? concentrandosi e consapevolizzandosi sui fattori che contribuiscono al proprio benessere anziché sulla malattia.
Voglio anche rilevare che l’operatore non deve, non dovrebbe rivestire il ruolo del maestro che sa, che dà, che guarisce in altre parole “mettersi in cattedra” (troppe volte molti di noi cascano in questa trappola), ma essere cosciente della possibilità che ha di crescere e di ricevere a sua volta dal cliente. Non valorizzerebbe né l’altro né se stesso.

Attilio Somenzi

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